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Una giornata di ordinaria bellezza, il Veglia.

Una giornata di ordinaria bellezza, il Veglia.

Il Veglia, “la madre”

Due ragazzi di 20 anni mi contattano con una generica richiesta di una giornata in
montagna; sono giovani e intelligenti ed è facile convincerli che è meglio stare alla larga dai
ghiacciai e che ad una ferrata è preferibile una vera arrampicata.
Sono neofiti, conoscono poco le montagne ma sono allenati e hanno voglia di fare fatica e la
mia proposta dell’alpe Veglia li entusiasma.
A Ponte Campo è nuvoloso e le previsioni danno qualche piovasco e temporale in un’estate
senz’acqua ma soprassiedo ed anzi considero le nuvole un dono.
Mi bastano i primi tornanti per capire che la ragazza viaggia, che il suo compagno è tenace
e poco disposto a farsi staccare e che ci si può divertire insieme.
Passiamo al rifugio Città di Arona a salutare la Ceci e a lasciare il materiale d’arrampicata e
proseguiamo per il lago Bianco.
Nonostante il ritmo buono continuo a rispondere alla loro curiosità parlando di rocce, flora,
fauna e di aneddoti sul Veglia e ci concediamo qualche manata di mirtilli favolosi.
Il lago Bianco è magro d’acque ma rimane un luogo di incanto, con le sue sponde ricamate
da fioriture infinite di Genziana purpurea.
Da lì su ancora, ripidi tra arniche e achillee, sulle tracce e nell’odore di stambecchi, fino al
passo di Boccareccio e alle sue distese di pietre con la Punta delle Caldaie e la Mottiscia a
giocare a nascondino con le nuvole.
Poi giù al Pian di Scricc su sentieri che serpeggiano tra larici antichi che ostentano la loro
età con i mosaici delle cortecce, le rughe di cui vanno tanto fieri; e al masso erratico
spaccato della Balma, a muovere i primi passi sulla roccia e a scoprirne i primi entusiasmi.

Una giornata di ordinaria bellezza di Ossola Outdoor School!

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