Come sapete siamo innamorati dell’Alpe Devero, come luogo in sé tra i più interessanti delle Alpi Occidentali dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, ma anche come terreno in cui praticare l’arrampicata e l’alpinismo grazie ad un serprentino (gneiss) di grande qualità.
E tra tutte le possibilità che vanno dalle guglie dell’Helsenhorn al Pizzo del Ton passando per Cornera, Marani, Rossa, Crampiolo, Fizzi, la Bastionata della Rossa e l’Esmeralda sono per noi il laboratorio in cui praticare un alpinismo da prendere seriamente a prescindere la livello tecnico, solare, panoramico, aperto ed accessibile.
Su di esso, dagli anni ’70 a quelli più recenti, sono stati tracciati molte decine di itinerari e con stili a volte diametralmente opposti: dal super clean inglese senza alcun segno di passaggio all’uso sistematico di spit.
Ben inteso che noi siamo amanti dell’uno e dell’altro stile passando per le vie di mezzo, purché ci sia una logica, una visione, una conoscenza ed un rispetto della storia dietro.
Purtroppo, nei decenni, sono capitati dei pasticci. Chi ha aggiunto spit su vie classiche, di fianco al chiodo classico, chi ha asfaltato itinerari classici e perfettamente integrabili con protezioni veloci, con spit. La colpa anche di chi, nel tempo, non ha lasciato informazioni e segni di passaggio. Così si è creata confusione, sovrapposizioni, restyling venuti male senza una linea omogenea e chiara.
Ben inteso e consapevoli anche, che i problemi e le sfide del futuro dell’umanità e dell’universo non passano attraverso queste seghe mentali ma che, più semplicemente l’inutile, per l’umanità, attività dell’alpinismo non serve a risolvere problemi e sfide ma a creare persone che stanno meglio, più felici, più appagate, più consapevoli. E che, quindi di riflesso, un po’, all’umanità stessa fa bene.
Ora abbiamo tutti gli strumenti e le possibilità per fare una fotografia su chi e dove è passato e quanto è stato. Luca Mozzati, pioniere dell’area a partire dagli anni’70, sarà, ci auguriamo, il promotore per raccogliere informazioni e di messa in ordine che permetta alle generazioni future di approcciare questa fantastica area con un’idea precisa negli aspetti itineranti e tecnici quanto in quelli culturali e storici.
E chissà che, con la nostra collaborazione, venga fuori la prima guida itinerante e storica di Ossola Outdoor School.
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